Vergine col Bambino e i santi Ignazio, Francesco Borgia, Stanislao Koska, Luigi Gonzaga, Francesco Saverio e il Beato Claudio Acquaviva

Anno:

Odoardo Vicinelli

Olio su tela, cm 192×138.

Vergine col Bambino e i santi - Odoardo Vicinelli

SCHEDA

La tela era sull’altare della quinta cappella sinistra della chiesa di S. Maria Assunta, che godeva di un legato delle famiglie Lucernari e Fraticelli e fu poi curata dalla famiglia Pantanelli, cui appartenne lo storico settecentesco Pietro che per primo ne menzionò l’autore.

Il Vicinelli, pittore romano settecentesco di qualche importanza, entrò nel 1705 a far parte della bottega in Via della Longara di Giovan Maria Morandi, artista illustre di origine fiorentina, che sviluppò un’ampia e fortunata attività di figurista e ritrattista nella seconda metà del ‘600.

Non è finora emersa alcuna traccia documentaria che permetta di connettere ad una committenza gesuita la tela di Sermoneta, dove figurano cinque santi dell’Ordine; al centro è il Libro delle Costituzioni e il fondatore, Sant’Ignazio, il padre Rodolfo Acquaviva, quinto generale della Compagnia di Gesù (a destra, con la cotta), che fu autore fra l’altro della famosa “Ratio Studiorum”, il programma di studi nei collegi gesuiti.

Nel dipinto, uno dei più riusciti del Vicinelli, l’artista raggiunge risultati qualitativi apprezzabili soprattutto nel gruppo della Vergine con il Bambino e nelle fisionomie aggraziate dei due santi “giovani” dell’Ordine Gesuita, San Stanislao Koska (a sinistra col Crocefisso) e San Luigi Gonzaga a mani giunte in preghiera.
Anche se il nome di Vicinelli è oggi pressoché dimenticato, egli si distinse per una va- sta produzione di carattere devozionale sia destinata a Roma che a centri della provincia (come Segni, Palestrina e Sezze); ma anche alle Marche e addirittura a Lisbona, Praga e Vienna, grazie al ruolo di segretario imperiale svolto da un suo fratello presso la corte austriaca.

Della sua vasta attività in gran parte scomparsa, restano come caposaldi il Cristo nell’or- to in S. Maria in Monticelli, databile al terzo decennio del ‘700, e la Santa Caterina Fieschi Adorno (c. 1737) e soprattutto la decorazione dell’oratorio dedicato alla stessa santa genovese, compiuto nel quinto decennio del ‘700 con dipinti dello stesso Vicinelli, per volontà del marchese Giovan Battista Picaluga (S. Sciarra, 1996-97 passim; S. Ru- dolph, La pittura del 700 a Roma, Milano 1983, n. 709-710, e p. 808).

I riconoscimenti alla qualificazione professionale del Vicinelli non mancarono: nel 1718 egli entra a far parte della Congregazione dei Virtuosi del Pantheon (nel 1753 ne fu Reggente) e nel 1741 fu accolto nell’Accademia di San Luca.

Bibliografia

P. Pantanelli Notizie Storiche della Terra di Sermoneta (1766) edite da Leone Caetani, Roma 1909, ed. anast. Roma 1992, Lib. 1, p. 76
P. Cannata, Scheda redatta nel 1971 per la Soprintendenza ai Beni Artistici e Stirici di Roma e del Lazio (catalogo generale n. 12/ 00102358)
E. Fino, Sermoneta. Tesori d’arte, memorie di eroi, S. Angelo in Villa, 1980, p. 48
P. Longo – F. Sassoli, Sermoneta, Roma 1992, p. 32
S. Sciarpa, Odoardo Vicinelli pittore. Tesi di Laurea discussa presso l’Università
“La Sapienza” di Roma, Facoltà di Lettere, relatore prof. E. Debenedetti, Anno accade- mico 1996-97, p. 138-142

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