Il ciclo decorativo dell’oratorio dei Battenti

Il ciclo decorativo dell’oratorio dei Battenti, dipinto nella seconda metà del XVIII secolo da Giovanni Domenico Fiorentini, ricordava ai membri della Confraternita il sacrificio del Figlio di Dio e dei santi e martiri cristiani, suggerendo un modello di vita, cui attenersi, improntato alla preghiera e all’imitazione di questi rappresentanti della Fede.

Gli affreschi riprendono i temi di un ciclo seicentesco precedente – attribuito localmente ad Alessandro Melelli, pittore corese – di identici soggetti, come testimonia un frammento visibile sotto la scena della Crocifissione; probabilmente anche quest’ultimo insieme figurativo ripeteva una iconografia del secolo XVI, al cui inizio fu completata la costruzione degli ambienti del museo.

Gli affreschi sono attribuiti al pittore sermonetano in virtù della iscrizione visibile parzialmente sul lato inferiore destro del San Carlo Borromeo: DOMIN[IC]VS FLORENTINVS INV[ENIT] PIN[XIT].

I dipinti murali occupano le pareti e la volta dell’ambiente di pianta rettangolare di m 18×6 circa, e sono articolati in scene sacre e immagini di santi racchiusi entro cornici dipinte (quadrilatere, ottagonali) che occupano le specchiature delle membrature architettoniche (zoccolo, paraste e cornicione).

Entrando, lo sguardo corre verso la parete di fondo decorata da un altare dipinto, fiancheggiato da finte nicchie su cui si riconoscono, grazie ai tradizionali attributi iconografici, San Pietro (con le chiavi e il Vangelo) e San Paolo (con la spada e il Vangelo).

Al centro sono due telamoni (o atlanti) che sorreggono un timpano spezzato, sormontato da cherubini con gli strumenti della Passione e il pellicano che nutre i suoi piccoli, simbolicamente allusivo al sacrificio di Cristo per la nostra salvezza.

Sopra l’altare la Crocifissione con il Cristo compianto dalla Vergine, la Maddalena e San Giovanni evangelista; sotto la cornice, che racchiude la scena, sono visibili i piedi di un personaggio (sicuramente S. Giovanni) del precedente e analogo episodio evangelico.

Anche la volta è articolata da membrature architettoniche dipinte e ornata da foglie d’acanto e conchiglie. All’interno di cornici di foggia mistilinea, di cui quella al centro più grande, sono affrescati l’Assunzione della Vergine Maria e ai lati angeli recanti cartigli iscritti con invocazioni e inviti al silenzio.

Sulla parete d’ingresso del salone, a sinistra, è posta l’iscrizione – dipinta entro una cornice mistilinea – che ricorda il restauro avvenuto nel 1841; il dipinto della Vergine con il Bambino e santi gesuiti di Odoardo Vicinelli, in quel punto fissato al muro, attualmente ne impedisce la lettura. Mentre nella parte superiore centinata è raffigurato San Giovanni Battista sulla riva del Giordano, riconoscibile dalle vesti e dalla croce con il cartiglio iscritto dalla consueta ECCE AGNIVS [sic] DEI, che sull’ingresso di una grotta affacciata su un ameno paesaggio, indica in lontananza una figura in cui è individuabile Gesù Cristo.

Sulla parete sinistra dell’ambiente, corrispondente ad uno dei suoi lati lunghi, al centro entro una grande cornice rettangolare, è dipinta l’Ultima Cena, ambientata in una grande sala caratterizzata da una architettura classica. La metà sinistra della scena non è più leggibile se non per un lampadario appeso al soffitto, mentre al centro del gruppo dei convitati campeggia Gesù, con accanto San Giovanni evangelista, suo discepolo prediletto; Cristo reca il pane nella mano sinistra il pane e benedice con la destra gli apostoli raccolti attorno alla grande mensa, su cui è posato un piatto con l’agnello arrosto, tipico cibo della Pasqua ebraica.

Un “gioco” di braccia e mani conduce lo sguardo dell’osservatore in circolo, scorrendo sugli apostoli fino a Giuda, identificabile per i caricaturali lineamenti e per la borsa contenente il prezzo del tradimento. A destra in basso, un cane – simbolo della fedeltà degli altri apostoli – assiste alla scena.

Ai lati entro cornici alternate ottagonali e quadrate sono dipinti San Rocco, San Carlo Borromeo, San Michele arcangelo, Sacra Famiglia, Battesimo di Cristo e San Francesco d’Assisi in preghiera.

Sulla parete opposta, tra due finestre che illuminano l’ambiente, una grande cornice rettangolare contiene la Lavanda dei piedi, ambientata in un portico affacciato su un lussureggiante giardino. Anche qui un “gioco” compositivo di braccia e mani lega gli apostoli e conduce lo sguardo del visitatore a Gesù, che ha accanto un bacile di acqua ed è inginocchiato; Egli solleva amorevolmente un piede di San Pietro, che tradisce una reazione improntata allo stupore.

San Giovanni evangelista, suo discepolo prediletto, indica l’azione che Gesù sta compiendo. Nello sguardo degli apostoli, che assistono alla lezione di umiltà e carità impartita dal loro Maestro, si scopre la sorpresa. Ai lati,entro cornici alternate ottagonali e quadrate sono dipinti Sant’Antonio da Padova e Gesù Bambino, San Biagio Vescovo, San Leonardo e San Sebastiano. I santi scelti per la decorazione del luogo,in cui i confratelli flagellanti si riunivano, erano per essi modelli e rappresentavano un monito di vita e di profonda spiritualità; erano inoltre invocati da tutti i fedeli durante le calamità naturali e le malattie – come la peste vero flagello del passato e la malaria – e per favorire migliori condizioni sociali e come protezione per il proprio ambiente, urbano o agricolo che fosse.

A Dio Ottimo Massimo
I flagellanti sermonetani uniti (consociati) nelle leggi e nella spiritualità alla sacrosanta chiesa lateranense fece restaurare nel 1841 l’oratorio come monumento verso Gesù crocifisso e alla religione.

GLI AFFRESCHI DELLA SALA DEI BATTENTI

Seconda metà sec. XVIII

Domenico Antonio Fiorentini (1747-1821)

Parete Nord

  1. San Giovanni Battista
    Il dipinto è delimitato da una cornice che segue il profilo della volta. Il Santo –  rappresentato tradizionalmente vestito di una pelle animale e con un agnello alla sua destra, come riferimento al futuro sacrificio di Gesù – indica la figura di Cristo in secondo piano. Sulla sua sinistra è un paesaggio che allude al fiume Giordano.
  2. Iscrizione del restauro della Sala

D. O. M
ORATORIUM FLAGELLATORUM
SERMONETENSIUM SACROSANTAE LATERANENSIS ECCLESIAE
SODALITATI LEGIBUS AC
PIETATIS STUDIO CONIUNCTORUM
ERGA JESUM CRUCI AFFIXUM
ET RELIGIONIS MONUMENTUM FECIT SUAE

                                                                                               Rest. Anno 1841

A Dio Ottimo Massimo
I flagellanti sermonetani uniti (consociati) nelle leggi e nella spiritualità alla sacrosanta chiesa lateranense fecero restaurare nel 1841 l’oratorio come monumento verso Gesù crocifisso e alla religione

Parete ovest

  1. San Sebastiano
    Il Santo è rappresentano in maniera tradizionale, legato ad un albero e trafitto da frecce. L’immagine è delimitata da un riquadro ottagonale allungato. La tradizione descrive il Santo a Roma dove si prodigò nella cura dei carcerati e degli appestati, specifica attività della Confraternita dei Battenti. Il suo culto nel territorio lepino ebbe ampia diffusione.
  2. San Leonardo
    Il Santo è rappresentano in abiti monacali di colore bianco, appoggiato ad un sepolcro, con in mano dei ceppi legati da catene, generalmente utilizzate per schiavi e carcerati. L’immagine è delimitata da una cornice rettangolare dipinta. Santo patrono dei detenuti, anche lui indicava uno degli scopi sociali dei Battenti, quali la visita e la salvaguardia appunto dei carcerati. Protettore anche dei fabbri, dei mastri ferrai e dei malati di mente, che venivano trattenuti dalle loro insane azioni con il supporto delle catene.
  3. Lavanda dei piedi
    La scena rappresenta il momento in cui Cristo inginocchiato con accanto un catino e un panno deterge e asciuga i piedi ai discepoli; l’umile gesto scandalizza gli apostoli, provocandone la reazione e i commenti.
  4. San Biagio vescovo
    Il Santo, seduto e con la gamba sinistra posata su un piedistallo, è riconoscibile dall’attributo iconografico del bastone episcopale e degli strumenti del martirio, tra cui un pettine per cardare la lana. Il suo culto è diffuso in aree agricole e pastorali. Protettore di animali selvatici e domestici e invocato per il buon esito della produzione agricola.
  5. San Antonio da Padova e Gesù Bambino
    Il Santo francescano è rappresentato in ginocchio davanti l’apparizione di Gesù Bambino benedicente e con il globo. Sul retro parzialmente nascosto da una tenda un giovane assiste al miracolo. Il tradizionale giglio ne aiuta lì identificazione.

Parete est

  1. San Rocco
    Gli attributi iconografici delle piaghe, del cane con in bocca il pane e il bastone del pellegrino permettono di identificare il Santo che mostra le sue ferite sulla coscia alzando un lembo del suo abito. San Rocco è protettore degli affetti da peste, favorita dall’ambiente insalubre della palude. Il culto del santo ebbe un largo seguito, diffuso dalle Confraternite ad esso dedicate che oltre alla cura degli appestati, svolgevano pratica espiatoria e attività caritatevoli.
  2. San Carlo Borromeo
    Il Santo, rappresentato in abiti cardinalizi (colore rosso e galero) e con gli attributi vescovili (mitra e bastone episcopale) è rappresentato tra angeli in preghiera abbracciato alla Croce inginocchiato davanti un altare. Il suo culto localmente non fu fiorente, ma per la spiritualità dei Battenti fu un esempio, ma non solo. Anche San Carlo si prodigò verso gli ammalati, durante la peste del 1576 che colpì Milano.
  3. San Michele arcangelo
    L’Arcangelo psicopompo – guida delle anime dei trapassati verso il regno dei morti e giudice delle anime – è raffigurato in abiti guerrieri (lorica ed elmo piumato) reggente una bilancia per pesare le anime appesantite dalle colpe; monito per i potenziali peccatori. Ebbe un culto radicato in ambito locale; a Sermoneta già nel 1120 fu consacrata una chiesa a lui intitolata.
  4. Ultima cena
    La scena, con Cristo al centro, è priva della parte sinistra in corrispondenza di una lacuna nel dipinto; è comunque riconoscibile l’episodio evangelico, rappresentato nel momento della rivelazione del tradimento che suscita negli apostoli sorpresa e sdegno. Lo sguardo di Gesù è rivolto verso l’apostolo Giuda, posto dalla parte opposta con il volto di profilo rappresentato con tratti caricaturali, identificabile dalla borsa contenente il compenso per il suo vile gesto.
  5. Sacra Famiglia
    Oltre ai genitori – San Giuseppe è posto in secondo piano, come di consueto, e con lo sguardo rivolto al cielo – sono presenti San Giovannino (il Battista), in un gesto di affettuoso abbraccio di Gesù, e la madre Elisabetta, parente – forse cugina – di Maria.
  6. San Francesco d’Assisi in preghiera
    Il Santo è raffigurato all’interno di una grotta, mentre prega davanti ad una rudimentale croce, con il libro della Regola aperto e un cranio che ricorda la vacuità e precarietà della vita terrena.

Parete sud

  1. San Pietro
    Il Santo, posto su un piedistallo dipinto, è raffigurato tradizionalmente con le chiavi del cielo, una d’oro e una d’argento, e il libro (il Vangelo)
  2. Crocefissione di Gesù Cristo
    Gesù Cristo morente sulla croce è circondato dal giovane San Giovanni, dalla Vergine in lacrime e dalla Maddalena inginocchiata. Dalle ferite del Signore sgorga copioso il sangue. Sotto i piedi di San Giovanni, oltre la cornice, si riconoscono altri piedi in una analoga posizione, che attestano come l’affresco del Fiorentini sia una versione più recente degli originali dipinti murali di medesimo soggetto.
  3. San Paolo apostolo
    Il Santo è rappresentato secondo l’iconografia tradizionale, con nel pugno della mano destra una spada e recante nella sinistra un libro (il Vangelo) sostenuto dal ginocchio rialzato poiché ha la gamba poggiante su un piedistallo.

Volta

  1. Assunzione della Vergine Maria
    La Madonna Assunta è assisa sulle nuvole e circondata da angeli adoranti.
    Il dipinto è delimitato da un riquadro dal perimetro mistilineo.
  2. Angeli in gloria recanti cartiglio con invito al silenzio
    Gli angeli recano un cartiglio con la seguente iscrizione: SILENTIVM; QVIA NON LICET LOQVI. COR.[…] XI
    La scena è delimitata da una cornice dipinta di forma mistilinea.
  3. Angeli in gloria recanti cartiglio con invocazione
    Gli angeli recano un cartiglio con la seguente iscrizione: FECIT DOMINUS MIHI MAGNA LVC.[A]
     La scena è delimitata da una cornice dipinta di forma mistilinea.

no images were found

Articoli consigliati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.