Giovanni Domenico Fiorentini

Giovanni Domenico Fiorentini, figlio di Alessandro e di Anna Camilla Della Valle, nasce a Sermoneta il 4 novembre 1747. Tradizionalmente il ciclo decorativo dell’oratorio dei Battenti è considerato la prima produzione dell’artista; in realtà la sua prima opera attestata risale al 1775, una pala per l’altare dell’antica chiesa di S. Silviano a Terracina, dipinta in occasione dell’Anno giubilare come attesta l’iscrizione presente nell’angolo inferiore sinistro della tela: DOMINICUS FLORENTINUS INV[ENIT]ANNO IUBILEI [PIN]X[I]T 1775.

A Roma nel 1780 collabora alle decorazioni pittoriche in affresco dei soffitti del Collegio Germanico Ungarico di via della Scrofa. Le decorazione risultano terminate nel 1784, quando papa Pio VI Braschi ne prende visione. Nel palazzo destinato ad ospitare il clero dei paesi germanici il Nostro dipinge soggetti mitologici: Aurora, Diana circondata da putti, Geni delle arti, Due ninfe in fuga, Guerra e la Pace, Carro mitologico; sulle ultime due scene appone la propria firma nella forma, rispettivamente, DOMINICUS FIORENTINUS SERMONETANUS INV[ENIT] ET PIN[XIT] e FIORENTINI.

Nel 1783 nella chiesa di S. Parasceve in Sezze realizza la grande pala d’altare del Martirio della omonima santa, opera oggi conservata nella sezione locale del Museo diocesano.

L’iscrizione [DOMINIC]VS FIORENTINI [SERMONETANV]S PINXIT 1784 – leggibile nell’angolo inferiore destro della Presentazione al tempio di Gesù nella chiesa di S. Nicola – attesta l’attività dell’artista a Bassiano.

In occasione della beatificazione del frate francescano Tommaso da Cori avvenuta il 13 settembre del 1786, Fiorentini ritrae su tela il beato; l’opera, apprezzata dal papa Braschi a Roma presso il convento dell’Aracoeli, è oggi visibile nella collegiata di S. Maria della Pietà di Cori. La tela risente degli influssi dei Conca e di Domenico Corvi, pittore che eredita la scena romana dopo la morte del Batoni. Proprio a Roma risiede stabilmente il Fiorentini, pur tornando spesso nella città d’origine e nelle vicine cittadine lepine.

Il linguaggio arcadico-rococò del pittore trova ancora espressione negli anni 1787-1793, allorché collabora alle decorazioni interne di Palazzo Altieri.

A Cori nel 1793, Domenico dipinge il ritratto del Beato Tommaso da Cori per la chiesa di S. Pietro.

Nella Città eterna, all’interno della chiesa di S. Bartolomeo all’Isola, ritrae un S. Francesco che appare a S. Bonaventura da Bagnoregio, firmato e datato 1796. Molto simile a questo, nella maturità stilistica, un’altra tela, custodita nella chiesa di S. Giovanni Evangelista a Giulianello presso Cori, che rappresenta una Madonna del Rosario tra i santi Domenico e Caterina.

Nel 1799 dipinge una Crocifissione nella chiesa di S. Michele arcangelo di Sermoneta su richiesta del canonico Andrea Bozzo. Per lo stesso edificio di culto realizza la Madonna del Rosario, tela attribuita all’artista sermonetano già da Federico Zeri, attualmente esposta qui.

Sempre in questo scorcio del XVIII secolo Fiorentini affresca le pareti e il soffitto della cappella del Santissimo Rosario nella collegiata di S. Maria Assunta di Sermoneta con le Storie dell’Antico Testamento.

Fonti documentarie descrivono la realizzazione di quattro tele (oggi perdute) nell’Oratorio di S. Francescino alle Tre Immagini alla Suburra; ed ancora la sua attività a Roma nell’Oratorio del Caravita nel 1803 e il restauro dei dipinti del ciborio di S. Giovanni in Laterano nel 1804.

Ancora a Roma lo troviamo nel 1805 nella chiesa dei SS. Quirico e Giulitta, nel 1809 alla esposizione-concorso in Campidoglio, in previsione della decorazione napoleonica del Quirinale, ove realizza quattro medaglioni al centro dei fregi con paesaggi del Tassi.

Nel 1811 dipinge una Addolorata, piccola opera devozionale, per la chiesa di S. Nicola in Bassiano.

Nonostante la sua lunga esperienza artistica non trova accolta la sua richiesta di far parte della Accademia di San Luca e l’unico suo riconoscimento ufficiale sarà la “patente di pittore figurista del Campidoglio”, conseguita il 24 febbraio 1820 probabilmente grazie all’attività svolta come decoratore nei palazzi capitolini; l’ultima notizia riguardante Giovanni Domenico Fiorentini, prima della sua morte avvenuta il 26 aprile 1820.


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